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lunedì 28 settembre 2015

Il discorso di Papa Francesco all'Assemblea Plenaria del Congresso degli Stati Uniti d'America- Le parole di Francesco tra profezia e diplomazia di Bruno Forte

Il discorso di Papa Francesco all'Assemblea Plenaria del Congresso degli Stati Uniti d'America

Le parole di Francesco 

tra profezia e diplomazia
 
di Bruno Forte





Il discorso che Papa Francesco ha tenuto il 24 settembre scorso all'Assemblea Plenaria del Congresso degli Stati Uniti d'America, “terra dei liberi e casa dei valorosi”, come l'ha definita citando l'inno americano, ha una portata storica non solo perché per la prima volta un Pontefice romano parlava al consesso decisionale della più grande potenza politica mondiale, ma anche e in modo particolare per quello che il Papa venuto dal Continente americano ha detto e per la modalità che ha usato. Le Sue parole sono state una singolare combinazione di profezia e di diplomazia. Due attitudini che sembrano stridere, tanto che espressioni come “diplomazia profetica” o “profezia diplomatica” appaiono a prima vista degli autentici ossimori. 

Il discorso è stato, invece, un esempio di diplomazia, gravido di carica profetica, perché Francesco ha saputo proporre le esigenze più alte di giustizia e di impegno per la pace toccando al contempo le corde più sensibili della coscienza del popolo americano, a cominciare dal riferimento al «sogno americano», l’«American dream», considerato la molla propulsiva sul piano ideale degli sforzi fatti da quella grande Nazione per realizzare il proprio progresso e disegnare il suo posto nella storia. L’attenzione che il Papa ha avuto presente è stata quella di non declinare il «sogno americano», come spesso viene fatto, nelle due direzioni opposte con cui viene usualmente presentato, quella critica dell’accusa di imperialismo, tante volte mossa agli Stati Uniti e alla loro azione politica negli scenari internazionali, e quella di un ottimismo enfatico, che intende solo celebrare le conquiste della grande potenza del nuovo mondo, senza evocarne le ombre e i costi. Nelle parole di Francesco il «sogno americano» è stato proposto come un grande sogno, proprio di un popolo libero e coraggioso, meritevole del più sincero rispetto, ed insieme come una tensione ideale che non può ignorare i sacrifici costati e ancora necessari e gli errori spesso compiuti specialmente nel sostegno a governi dittatoriali e a sistemi palesemente ingiusti. L’intuizione del Papa argentino - che si è presentato lui stesso come un figlio di emigranti, solidale dunque nelle origini e nelle speranze più profonde con la gran parte degli Americani - è stata quella di evocare il sogno attraverso figure chiave che lo rappresentano nella coscienza diffusa della gente d’America, riuscendo in tal modo a evidenziare in maniera concreta quei valori per cui queste figure si sono battute e che restano ancora in varia misura da assicurare a tutti, nessuno escluso.
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Le parole di Francesco tra profezia e diplomazia di Bruno Forte