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domenica 20 settembre 2015

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 39/2014-2015 (B) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea'

Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)

Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino


Vangelo: Mc 9,30-37













Il brano del Vangelo di questa XXV Domenica del tempo ordinario, presenta il secondo dei tre annunci della 'passione-morte-resurrezione' che anticipano "l' Aliyah di Pasqua" di Gesù, la sua ascesa a Gerusalemme. Ancora una volta l'evangelista ci presenta Gesù non come il Messia violento, trionfante e vittorioso atteso dai suoi contemporanei, ma come un uomo fragile, debole, mortale, uomo tra gli uomini, e pur tuttavia fedele in pienezza al Padre nel servizio ai fratelli. E' per questa sua fedeltà incondizionata all'Amore, che Dio lo farà risorgere, perché il Signore  "non abbandonerà la sua vita nello sheol né permetterà che il suo servo veda la corruzione"(Sal 16,10). Anche questa volta (come anche accade per gli altri due annunci: 8,32ss.; 10,35ss.), segue l'incomprensione dei discepoli che, come Pietro a Cesarea, attendono un Messia diverso, che sposi il loro modo di intendere la vita, la loro brama di grandezza, il desiderio della supremazia degli uni sugli altri.
Questa tentazione sta da sempre alla radice del cuore degli uomini, affiora inquietante anche nella comunità di Gesù e nella Chiesa di oggi, come Papa Francesco non cessa mai di esortare e ammonire, rischiando di "rendere schiavi non solo i fratelli ma anche se stessi. Chi schiavizza infatti non è libero !"(G. Brambillasca). 
Il peccato dei discepoli non sta nel voler essere i primi, nel volersi realizzare, sta piuttosto nel pensare che la loro - e la nostra - realizzazione si possa compiere a spese degli altri. L'autentica realizzazione di chi crede nel Dio di Gesù, passa invece attraverso l'amore, l'umiltà, il servizio e la povertà. Se il Maestro è venuto per servire, la più grande ambizione del discepolo sarà quella di divenire il servo di ogni fratello Solo su questa via, già tracciata e percorsa da Gesù, il discepolo diverrà capace di promuovere il bene dell'altro, sarà in grado di amare, di liberarsi e di liberare. Che è poi il desiderio e il coraggio di "rinnegare se stessi, prendere ogni giorno la propria croce e seguire il Maestro".