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lunedì 15 febbraio 2016

Papa Francesco: Viaggio in Messico (12-18 FEBBRAIO 2016) / 2 - Arrivo a Città del Messico, Incontri con Autorità e con i Vescovi del Messico (cronaca, foto testi e video)

 12 febbraio 2016 

Un vero bagno di folla per l’arrivo di Francesco a Città del Messico. Il Papa è atterrato questa notte nella capitale messicana accolto dalle autorità locali, dai vertici della conferenza episcopale e soprattutto da migliaia di persone. 
Il Papa incontra il Messico e subito tocca con mano il calore di questo Paese. All’aeroporto una cerimonia informale, ma con migliaia di persone, canti, balli. 
Papa Francesco è stato salutato da una folla festante e ha ricevuto dalle mani di quattro bambini in abiti tradizionali un cofanetto contenente terra proveniente dalle 32 entità federative del Paese per la benedizione papale, accolta dal saluto della folla.
Francesco ha salutato il mariachi che aveva intonato "Cielito Lindo" al suo arrivo e ha anche indossato il sombrero che questo gli ha offerto. 





 


Nessun discorso ufficiale solo un breve colloquio col presidente della Repubblica Peña Nieto e poi il Papa si è spostato nella sala d'attesa dell'hangar e di qui si è diretto verso la Nunziatura apostolica, dove alloggerà dopo ogni spostamento in Messico fino al 17, quando tornerà in Vaticano.

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Diciannove ore da quando è salito sull’aereo a Roma all’atterraggio a Città del Messico, passando per Cuba. Ma Francesco non si risparmia, dall’aeroporto alla nunziatura percorre ventidue chilometri in papamobile e saluta nella notte decine di migliaia di persone lungo le avenidas.
Tre quarti d’ora circa, tra due ali di folla che hanno acclamato Francesco. Il percorso illuminato da migliaia di cellulari e torce elettrice. Anche attraverso questi gesti si legge la religiosità popolare e profonda di questa gente. Impeccabile il servizio d’ordine, che ha coinvolto anche i quasi 160 mila volontari chiamati a dare il loro apporto dall’organizzazione. Circa venti mila i poliziotti che vigilano sulla sicurezza del Pontefice, anche se non sembrano esserci particolari preoccupazioni. I preparativi della città sono iniziati da almeno una settimana per accogliere al meglio il Papa. 


 
Un interminabile fiume di luci — torce e cellulari — agitate da decine di migliaia di persone festanti che hanno aderito a un’iniziativa organizzata da giorni da un comitato promotore e denominata “muraglia della luce”. 
La festa peraltro è proseguita anche davanti alla nunziatura, dove, dopo l’arrivo del Papa, si erano radunate centinaia di persone che lo hanno acclamato con canti e slogan. Una manifestazione di affetto che probabilmente sarebbe proseguita a lungo, se Francesco non fosse uscito a salutarli. «Questa sera — ha detto rivolto loro — non dimenticate di guardare alla Madonna. Pensiamo alle persone a cui vogliamo bene e a quelli che non ci vogliono bene». Quindi, prima di rientrare, li ha invitati a recitare un’avemaria.

 13 febbraio 2016 

Lo hanno acclamato sin dal mattino aspettando che uscisse dalla nunziatura dove ha trascorso la notte. Migliaia di persone hanno inneggiato a papa Francesco nel primo giorno della sua visita al Messico.
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La giornata comincia con la cerimonia di benvenuto e la visita di cortesia del Pontefice al presidente Peña Nieto nel Palacio Nacional del Poder Ejecutivo Federal e con il successivo incontro con le autorità, i rappresentanti della società civile e il corpo diplomatico, nel corso del quale il Papa ha pronunciato il suo primo discorso in terra messicana. 

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... È motivo di gioia poter calcare questa terra messicana che occupa un posto speciale nel cuore delle Americhe. Oggi vengo come missionario di misericordia e di pace, ma anche come un figlio che vuole rendere omaggio a sua madre, la Vergine di Guadalupe e lasciarsi guardare da lei.
Cercando di essere un buon figlio, seguendo le orme della madre, desidero, a mia volta, rendere omaggio a questo popolo e a questa terra tanto ricca di cultura, di storia e di diversità.
...
Penso e oso dire che la principale ricchezza del Messico oggi ha un volto giovane; sì, sono i suoi giovani. Un po’ più della metà della popolazione è composta da giovani. Questo permette di pensare e progettare un futuro, un domani. Questo dà speranza e apertura al futuro. Un popolo ricco di gioventù è un popolo capace di rinnovarsi, di trasformarsi; è un invito a sollevare lo sguardo con entusiasmo verso il futuro e, al tempo stesso, ci sfida positivamente nel presente. Questa realtà ci porta inevitabilmente a riflettere sulla responsabilità di ciascuno nella costruzione del Messico che desideriamo, del Messico che intendiamo trasmettere alle generazioni future. Ci porta parimenti alla consapevolezza che un futuro ricco di speranza si forgia in un presente fatto di uomini e donne giusti, onesti, capaci di impegnarsi per il bene comune, quel “bene comune” che in questo secolo ventunesimo non è molto apprezzato. L’esperienza ci dimostra che ogni volta che cerchiamo la via del privilegio o dei benefici per pochi a scapito del bene di tutti, presto o tardi la vita sociale si trasforma in un terreno fertile per la corruzione, il narcotraffico, l’esclusione delle culture diverse, la violenza e persino per il traffico di persone, il sequestro e la morte, che causano sofferenza e che frenano lo sviluppo.
...
Mi dispongo a visitare questo grande e bel Paese come missionario e pellegrino, che desidera rinnovare con voi l’esperienza della misericordia quale nuovo orizzonte di possibilità che è inevitabilmente portatore di giustizia e di pace.
E mi pongo sotto lo sguardo di Maria, la Vergine di Guadalupe, affinché, per sua intercessione, il Padre misericordioso ci conceda che queste giornate e il futuro di questa terra siano una opportunità di incontro, di comunione e di pace.
Molte grazie.

La giornata prosegue, sempre in mattinata, con l’incontro in cattedrale con i vescovi del Paese.

Cari fratelli,
sono contento di potervi incontrare il giorno dopo il mio arrivo in questo Paese, che, seguendo i passi dei miei Predecessori, anch’io sono venuto a visitare.
Non potevo non venire! Potrebbe il Successore di Pietro, chiamato dal lontano sud latinoamericano, fare a meno di posare lo sguardo sulla Vergine “Morenita”?
Vi ringrazio per avermi accolto in questa Cattedrale, “casita”, “piccola casa” diventata grande ma sempre “sacra”, che la Vergine di Guadalupe domandò, e per le gentili parole di benvenuto che mi avete rivolto.
Sapendo che qui si trova il cuore segreto di ogni messicano, entro con passo delicato, come bisogna entrare nella casa e nell’anima di questo popolo, e vi sono profondamente grato di aprirmi la porta. So che guardando gli occhi della Vergine raggiungo lo sguardo della vostra gente che, in Lei, ha imparato a manifestarsi. So che nessun’altra voce può parlare tanto profondamente del cuore messicano come può parlarmene la Vergine; Ella custodisce i suoi desideri più alti, le sue più recondite speranze; Ella raccoglie le sue gioie e le sue lacrime; Ella comprende i suoi numerosi idiomi e risponde loro con tenerezza di Madre perché sono i suoi figli.
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