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giovedì 3 marzo 2016

​Venerdì 4 marzo Giornata mondiale di preghiera “Chi accoglie un bambino, accoglie me” è il tema dell’edizione 2016

Dal 1927, il primo venerdì di marzo si celebra la Giornata mondiale della preghiera, iniziativa ecumenica nata e sostenuta da donne di diverse confessioni cristiane. “Chi accoglie un bambino accoglie me” è il tema dell’edizione 2016 che coinciderà con l’inizio della “24 ore per il Signore”. La sera del 4 marzo si pregherà ecumenicamente a Mosca, nella chiesa luterana di Pietro e Paolo. In Austria secondo katholisch.at sono previste iniziative di preghiera in oltre 400 comunità, su iniziativa di organizzazioni cristiane femminili. Anche la Svizzera ecumenica si è mobilitata con un altrettanto nutrito elenco di appuntamenti. Così pure nel Regno Unito, in Francia e in ognuno dei 170 Paesi nel mondo che aderiscono all’iniziativa. Lo schema di preghiera quest’anno è stato preparato a Cuba e come ogni anno guarda da vicino alla situazione di sofferenza che vivono le donne nel Paese scelto per preparare la preghiera. In ogni celebrazione si raccoglieranno fondi, ma saranno le singole realtà a decidere a quale progetto di solidarietà destinarli. È infatti uno dei principi guida di questa iniziativa il “partecipare a iniziative responsabili”, a partire dall’uso creativo dei propri talenti personali, in uno spirito di “sorellanza ecumenica” che sia “inclusivo” e “attento al contesto multi-religioso”, come spiegano le Linee guida stese nel 2012 per garantire l’unità nella differenza delle diverse realtà che partecipano all’iniziativa.
(fonte: Sir)

Per la prossima Giornata mondiale di preghiera giunge da Cuba un appassionato invito a spalancare il cuore alla fraternità, alla condivisione, all’incontro, a partire da chi è più fragile e povero. E chi è più debole e indifeso di un bambino? Chi accoglie un bambino accoglie me: questo il tema che venerdì 4 marzo sarà celebrato in più di centosettanta nazioni grazie all’impegno di numerosi comitati femminili interconfessionali locali, nazionali, internazionali, tutti in rete fra di loro. 
Il logo della Giornata, opera di Ruth Mariet Trueba Castro, raffigura la mano di una donna bianca che stringe con tenerezza quella di un bimbo dalla pelle scura. Entrambi si avviano con fiducia su una strada, abbracciati da una luce intensa. Tornano alla mente le parole del politico e scrittore cubano José Martí: «Lavoriamo per i bambini perché sono coloro che sanno come amare, perché sono la speranza del mondo». Per realizzare il frontespizio, la giovane artista ha scelto il contorno della finestra di una chiesa. Sulla strada che si scorge all’interno, le palme e un carro tirato da un asino alludono al paesaggio cubano e al lavoro quotidiano.
La Giornata mondiale di preghiera, una delle più antiche iniziative in ambito ecumenico, affonda le sue radici nel lontano 1887, in un’America segnata dagli strascichi della guerra di secessione e da tanti drammi sociali collegati all’impetuoso aumento della popolazione. Fin dalle origini, coerentemente col motto «Informarsi per pregare, pregare per agire», la Giornata ha avuto lo scopo di sensibilizzare le partecipanti ai problemi del momento, per intraprendere concrete iniziative di solidarietà con cuori resi dalla preghiera più attenti e sensibili alle sofferenze del prossimo, e con sguardi divenuti più solleciti e misericordiosi.
(Donatella Coalova per L'Osservatore Romano)