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sabato 18 giugno 2016

Come sarebbe l’Italia senza immigrati?

Come sarebbe l’Italia senza immigrati?

Avremmo il 20% di bambini nati in meno nell'ultimo anno, una scuola pubblica con 35.000 classi e 68.000 insegnati in meno, saremmo senza 693.000 lavoratori domestici e 449.000 imprese. I numeri del modello di integrazione italiano che funziona

Come sarebbe l'Italia senza gli immigrati? Sarebbe un Paese con 2,6 milioni di giovani under 34 in meno e sull'orlo del crac demografico. Gli immigrati sono mediamente più giovani degli italiani e mostrano una maggiore propensione a fare figli. Le nascite da almeno un genitore straniero in Italia fanno registrare un costante aumento: +4% dal 2008 al 2015, a fronte di una riduzione del 15,4% delle nascite da entrambi i genitori italiani. Dei 488.000 bambini nati in Italia nel 2015, anno in cui si è avuto il minor numero di nati dall'Unità d'Italia, solo 387.000 sono nati da entrambi i genitori italiani, mentre 73.000 (il 15%) hanno entrambi i genitori stranieri e 28.000 (quasi il 6%) hanno un genitore straniero.

È vero che il nostro sistema di gestione dei flussi migratori ha dovuto affrontare crescenti difficoltà. Il numero complessivo degli ospiti nelle strutture di prima e seconda accoglienza è passato dai 22.118 del 2013 ai 123.038 al 6 giugno 2016, con un aumento del 456%. Ma il nostro modello di integrazione degli stranieri che si stabilizzano sul territorio nazionale funziona.

Gli alunni stranieri nella scuola (pubblica e privata) nel 2015 erano 805.800, il 9,1% del totale. Senza gli stranieri a scuola (la maggioranza dei quali sono nati in Italia) si avrebbero 35.000 classi in meno negli istituti pubblici e saremmo costretti a rinunciare a 68.000 insegnanti, vale a dire il 9,5% del totale.

Anche sul mercato del lavoro la perdita dei migranti significherebbe dover rinunciare a 693.000 lavoratori domestici (il 77% del totale), che integrano con servizi a basso costo e di buona qualità quanto il sistema di welfare pubblico non è più in grado di garantire.

Gli stranieri mostrano anche una voglia di fare e una vitalità che li porta a sperimentarsi nella piccola impresa, facendo proprio uno dei segni distintivi del nostro essere italiani. Nel primo trimestre del 2016 i titolari d'impresa stranieri sono 449.000, rappresentano il 14% del totale e sono cresciuti del 49% dal 2008 a oggi, mentre nello stesso periodo le imprese guidate da italiani diminuivano dell'11,2%.

Anche i trattamenti previdenziali confermano che il rapporto tra «dare» e «avere» vede ancora i cittadini italiani in una posizione di vantaggio. I migranti che percepiscono una pensione in Italia sono 141.000: nemmeno l'1% degli oltre 16 milioni di pensionati italiani. Quelli che beneficiano di altre prestazioni di sostegno del reddito sono 122.000, vale a dire il 4,2% del totale.

Tutti segnali di quel modello di integrazione dal basso, molecolare, diffuso sul territorio che ha portato oltre 5 milioni di stranieri (che rappresentano l'8,2% della popolazione complessiva), appartenenti a 197 comunità diverse, a vivere e a risiedere stabilmente nel nostro Paese e che, alla prova dei fatti, ha mostrato di funzionare bene e di non aver suscitato i fenomeni di involuzione patologica che si sono verificati altrove in Europa,
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L’integrazione nella società molecolare (08/06/2016)
La specificità italiana nei processi di integrazione degli immigrati si è rivelata nella capacità inclusiva di tipo molecolare, dispersa sul territorio (non abbiamo le banlieue), attraverso i luoghi della scuola e della sanità, per mezzo delle iniziative imprenditoriali (i piccoli negozi come le piccole imprese edili degli stranieri). Si apre una riflessione sulla possibilità di replicare il modello molecolare e non conflittuale anche per il futuro, per le seconde e le terze generazioni.
Introduce:
Massimiliano Valerii - Direttore Generale Censis
Intervengono:
Anna Italia - Censis
Mariano Bella - Direttore Ufficio Studi Confcommercio
Franco Pittau - Presidente onorario Centro Studi e Ricerche Idos
Camillo Ripamonti - Presidente Centro Astalli
Maria Assunta Rosa - Responsabile Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (Fami) Ministero dell'Interno
Giuseppe De Rita - Presidente Censis

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