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giovedì 28 luglio 2016

Viaggio di Papa Francesco in Polonia - XXXI Giornata Mondiale della Gioventù - Preghiera alla Vergine e alla tomba di Giovanni Paolo II - Incontro con i bambini ammalati di cancro e con giovani rifugiati - Partenza e incontro con i giornalisti - "Il mondo è in guerra, perché ha perso la pace... Speriamo che i giovani ci dicano qualcosa che ci dia un po’ più di speranza, in questo momento." (testi, foto e video)




VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE FRANCESCO IN POLONIA
IN OCCASIONE DELLA XXXI GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ



(27-31 LUGLIO 2016)

Come sua abitudine alla vigilia di un viaggio apostolico all’estero il Pontefice, dopo le ore 19, si è recato alla Basilica di Santa Maria Maggiore per sostare in preghiera davanti all’immagine della Vergine e chiedere la benedizione del Signore e della sua Madre sul prossimo viaggio in Polonia e sulla Giornata Mondiale della Gioventù.

Prima della partenza per la GMG di Cracovia in Polonia, mercoledì 27 luglio, alle ore 10, nella Basilica Vaticana e ha sostato in preghiera sulla tomba di san Giovanni Paolo II.

Ad accompagnarlo bambini e adolescenti che lottano contro il cancro dell’associazione Peter Pan, associazione di volontariato onlus che dal 2000 accoglie e sostiene gratuitamente, nelle sue tre strutture alle pendici del Gianicolo, centinaia di famiglie costrette da ogni parte dell’Italia e del mondo a trasferirsi a Roma per curare i loro figli, bambini e adolescenti malati di cancro, presso l’Ospedale Bambino Gesù, grazie alla generosa dedizione quotidiana di circa duecento volontari e alle donazioni di cittadini e aziende. Tante le foto, gli abbracci e i sorrisi delle famiglie.

A celebrare la Messa è stato Don Jarek Cielecki, che ha chiesto al Papa di pregare per i più piccoli sfortunati durante il suo viaggio alla GMG a Cracovia, patria di Giovanni Paolo II.
Due candele portate da Don Jarek sono state accese sulla tomba di Giovanni Paolo II: una con l’immagine di Gesù Misericordioso, che il sacerdote ha benedetto a Vilnius, e una con il volto di S. Giovanni Paolo II, benedetta a Wadowice.

Poi alle 13.30, alla partenza da Casa Santa Marta per recarsi in auto a Fiumicino, il Pontefice è stato salutato da un gruppo di quindici giovani rifugiati, nove ragazzi e sei ragazze, di diverse nazionalità, giunti da poco in Italia e ancora privi di documenti che permettano di recarsi all’estero. I giovani, seguiti dall’Elemosineria Apostolica, hanno augurato al Papa un buon viaggio e una felice partecipazione alla Gmg, a cui essi non possono partecipare, ma a cui si uniscono spiritualmente.

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Papa Francesco è arrivato all’aeroporto di Fiumicino/Leonardo da Vinci alle 13.50, dove è stato accolto e salutato ai piedi della scalinata del velivolo Alitalia A321 che lo porta in Polonia da un ristretto gruppo di autorità ecclesiastiche, civili e militari. Tra loro come sempre, poiché l’aerostazione fa parte della sua giurisdizione, monsignor Gino Reali, vescovo di Porto-Santa Rufina. Il Papa è salito sull’aereo alle 13.54. Il rullaggio è cominciato alle ore 14.03. L’Alitalia A321/4000 tra Roma e Cracovia coprirà 1.089 km in due ore di volo e sorvolerà gli spazi aerei dell’Italia, la Croazia, la Slovenia, l’Austria, la Slovacchia e la Polonia.

Durante il volo verso Cracovia il Papa, come di consueto, ha salutato brevemente i giornalisti del seguito. 

Il testo integrale dell'incontro con i giornalisti.

Padre Lombardi:
Allora, Santo Padre, benvenuto tra noi. Grazie di prendere anche in questo viaggio un po’ di tempo per salutarci e stare con noi. Noi siamo, come al solito, più di 70 da 15 Paesi diversi e speriamo di fare un buon servizio per diffondere le Sue parole e il Suo messaggio in queste giornate così importanti.
Siamo in giornate che ci emozionano tutti, come sappiamo, per quello che sta succedendo nel mondo, per quello che è successo ieri; e allora saremmo anche grati se, prima di salutarci personalmente, ci dicesse una parola su come Lei vive questo momento e come si appresta a incontrare i giovani del mondo in questa situazione. Grazie, Santo Padre.

Papa Francesco:
Buongiorno, e grazie per il vostro lavoro.

Una parola che – su questo che diceva padre Lombardi – si ripete tanto è “insicurezza”. Ma la vera parola è “guerra”. Da tempo diciamo: “il mondo è in guerra a pezzi”. Questa è guerra. C’era quella del ’14, con i suoi metodi; poi quella del ’39 – ’45, un’altra grande guerra nel mondo; e adesso è questa. Non è tanto organica, forse; organizzata, sì, ma organica… dico… Ma è guerra. Questo santo sacerdote, che è morto proprio nel momento in cui offriva la preghiera per tutta la Chiesa, è uno; ma quanti cristiani, quanti innocenti, quanti bambini… Pensiamo alla Nigeria, per esempio. “Ma quella è l’Africa…”. E’ guerra. Non abbiamo paura di dire questa verità: il mondo è in guerra, perché ha perso la pace.

Grazie tante del vostro lavoro in questa Giornata della Gioventù. La gioventù sempre ci dice speranza. Speriamo che i giovani ci dicano qualcosa che ci dia un po’ più di speranza, in questo momento.

Per il fatto di ieri io vorrei anche ringraziare tutti quelli che si sono fatti vivi con le condoglianze, in modo speciale il Presidente della Francia, che ha voluto collegarsi con me telefonicamente, come un fratello. Lo ringrazio.

Grazie.
Padre Lombardi:
Grazie, Santo Padre. Stia sicuro che anche noi cercheremo di lavorare con Lei per la pace, in questi giorni.

Dopo aver salutato individualmente tutti i giornalisti riprende:

Papa Francesco:
Una sola parola vorrei dire per chiarire. Quando io parlo di guerra, parlo di guerra sul serio, non di guerra di religione, no. C’è guerra di interessi, c’è guerra per i soldi, c’è guerra per le risorse della natura, c’è guerra per il dominio dei popoli: questa è la guerra. Qualcuno può pensare: “Sta parlando di guerra di religione”. No. Tutte le religioni vogliamo la pace. La guerra, la vogliono gli altri. Capito?

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