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martedì 22 novembre 2016

22 novembre centenario della nascita di David Maria Turoldo - Il ricordo di Luigi Accattoli, di mons. Gianfranco Ravasi e di Mariangela Maraviglia


Il 22 novembre David Maria Turoldo compie cent’anni: si è assentato quando ne aveva 75 e dico che tra i cristiani d’Italia che partirono in quella stagione egli è uno dei più presenti tra noi.

Con i canti che facciamo in chiesa, con le poesie sempre ripubblicate, con il suo «apparecchio alla morte» che ha fatto e fa scuola. Alcune delle battaglie alle quali teneva di più, legate alla Chiesa dei poveri, tornano attuali con Francesco.

Il papa, la scorsa Quaresima, ha chiamato a predicare gli esercizi alla curia padre Ermes Ronchi, servita come Turoldo e suo discepolo (cf. Regno-att. 8,2016,242). Se leggete il libretto delle meditazioni che ha svolto, Le nude domande del Vangelo (San Paolo), trovate nove riferimenti a Turoldo, che non sono solo una «pubblicità per la ditta», come dice di sé Bergoglio quando cita Ignazio di Loyola.

Impossibile amarti impunemente

Eccone tre di progressivo scavo: «Cristo ucciso dalle nostre mestissime omelie»; «La religione è quando fai Dio a tua misura; la fede è quando fai te stesso a misura di Dio»; «Impossibile amarti impunemente».

Né manca nell’antologia turoldiana proposta al papa da Ronchi – che è poeta anche lui – una delle laudi mariane di colui che si era detto «poeta della grande Madre»: «La tua prima parola, Maria, / ti chiediamo di accogliere in cuore, / come sia possibile ancora / concepire pur noi il suo Verbo».

Padre Ermes ha infine evocato ai curiali il cuore del capolavoro di Turoldo poeta, «A stento il nulla», che è nella raccolta Canti ultimi (Garzanti 1991): «No, credere a Pasqua non è / giusta fede: / troppo bello sei a Pasqua! / Fede vera / è al venerdì santo».

Quando i Canti ultimi erano in stampa andai a intervistare Turoldo per il Corriere della sera e gli chiesi un’anticipazione per la terza pagina del quotidiano milanese; lui scelse appunto quel testo che pubblicammo il 25 settembre 1991, quattro mesi prima della sua morte. Salutandomi insisteva: «Mi raccomando: Canti ultimi, non Ultimi canti».

Non capitemi male: non sono un turoldiano. Era un maestro di tutte le retoriche, ma nella malattia trovò la misura per dire in una lingua comprensibile il suo avvicinamento cristiano alla morte. Questo è stato un dono per tutti.
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Sono felice d’aver conosciuto padre David. D’averlo avuto fratello nell’esperienza del dolore. Di pregare con le sue parole, con le quali si fa voce del popolo in festa, come amava dire.

Leggi tutto: Turoldo ha cent'anni - Ancora canta con noi di Luigi Accattoli

A pochi giorni dal centenario della nascita di David Maria Turoldo, un ricordo del sacerdote e poeta friulano che il cardinale Gianfranco Ravasi, quando era Superiore arcivescovile del Seminario di Milano, incontrava settimanalmente in Brianza, non lontano da Sotto il Monte dove Turoldo viveva. "Ogni domenica pomeriggio - ricorda ai nostri microfoni Ravasi - Turoldo veniva da me e da lì è iniziato un lungo dialogo fatto non solo di confidenze personali ma anche e soprattutto di vere e proprie analisi di lavoro. Ne è nata una amicizia e sintonia spirituale forte sebbene, e forse proprio perché, le identità erano molto diverse". 

“Su tante questioni ho potuto scoprire quanto fosse importante l’intuizione che egli aveva: il dialogo profondo che lui aveva con il mondo della cultura - tutti lo conoscevano e tutti egli incontrava – e, dall’altra parte, con il mondo dei non credenti. Era l’unico che poteva parlare e che era ascoltato. In un periodo storico in cui c’era tensione e ognuno stava nel proprio territorio, lui era uno di frontiera, valicava e travalicava, quindi era capace di incidere su di loro perché risaliva alle radici dei temi, perdendo un po’ le questioni che erano di contingenza. E allora i non credenti ritrovavano il tema della spiritualità non attraverso una lettura clericale ma facendo ricorso per esempio ad una grande tradizione letteraria o mistica. Turoldo aveva la capacità di entrare nelle questioni spinose del dibattito sociale individuando le ragioni del rapporto fede-politica, amore-società”.

Siamo all’indomani del Giubileo dei socialmente esclusi. Come si sarebbe sentito Turoldo?

“Se avesse potuto vedere questo periodo – riprende Ravasi - avrebbe avuto due reazioni: estrema felicità che lui avrebbe espresso con tutta la vena passionale che aveva, la sua voce da cattedrale ma anche da piazza; avrebbe vissuto il pontificato di Francesco e tutte le scelte del Papa come le sue per eccellenza. Dall’altra parte si sarebbe trovato di fronte ancora ad una componente che avrebbe sollecitato la sua reazione polemica: penso ai fenomeni dei populismi, degli integralismi, dei razzismi che emergono ora e che attraversano non solo l’orizzonte politico ma anche l’orizzonte popolare. Questi integralismi diventano un vero e proprio dramma della cristianità, la quale deve riuscire ad entrare in questo mondo dove ci sono queste persone che paradossalmente sono convinte di essere più cristiane del Papa”. A questo proposito Ravasi sottolinea la necessità oggi di imitare Turoldo che riusciva a trovare una via nel "comprendere quali sono i fenomeni culturali di fondo che pure muovono certe critiche aspre. Devo dire - spiega Ravasi - che Turoldo anche in ciò che detestava cercava sempre di trovare la motivazione profonda, ultima che stava alla base dei fenomeni”.
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In occasione dei cento anni dalla nascita di padre David Maria Turoldo, è in uscita la prima biografia completa e fondata su fonti archivistiche. 

David Maria Turoldo. La vita, la testimonianza (1916-1992)

Questo volume ricostruisce per la prima volta, attraverso un’accurata indagine d’archivio, l’intera vicenda esistenziale di David Maria Tu¬roldo, nell’intento di restituire alla storia una figura più volte rievo¬cata in termini mitizzanti o aneddotici: la ricchezza dei suoi incontri permette di recuperare la memoria di ideali, tensioni, disincanti che, in ambito cattolico e oltre, hanno percorso il secolo scorso.

L'intervista di Pierluigi Vito alla storica della Chiesa Mariangela Maraviglia, autrice del volume: "David Maria Turoldo - La vita, la testimonianza" (Morcelliana)

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