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venerdì 11 novembre 2016

Giubileo dei clochard: se anche Gesù è un senzatetto... storia di una statua

In Vaticano la provocazione di Cristo raffigurato come un clochard. Opera simbolo per il Giubileo dei senza fissa dimora.
La scultura, in bronzo e a grandezza naturale, intitolata "Gesù senza tetto" è stata collocata,
durante la settimana Santa dell'anno Giubilare, nel cortile Sant'Egidio in Vaticano

Sicuramente l’immagine colpisce. C’è un uomo, un senza tetto, disteso su una panchina avvolto da una copertina leggera. Del corpo si vedono solo i piedi, con i segni dei chiodi delle crocifissione. Perché sì, si tratta di Gesù, rappresentato come un povero vagabondo, un clochard. La statua, in bronzo, si trova nel cortile della Penitenzieria Apostolica e nel marzo scorso è stata benedetta da papa Francesco.
La prima versione della statua, in formato ridotto, è stata presentata al Papa e da lui benedetta nel 2013

Il Giubileo dei senzatetto

Si tratta di un simbolo particolarmente significativo in questo Anno Santo, che proprio sul finire, l’11 novembre mette al centro i senza fissa dimora, coloro che hanno vissuto o tuttora vivono, per strada. Anche la scelta della data, non è casuale, visto che si celebra la memoria di san Martino vescovo di Tours, il soldato e poi monaco, famoso per aver diviso il proprio mantello con un viandante seminudo. 
Al "Giubileo dei senza fissa dimora" che si concluderà il 13 novembre, sono attese circa 6mila persone, provenienti da numerosi Paesi, soprattutto europei.

La provocazione

Sarà l’occasione per accendere i riflettori su un popolo di invisibili, che nel solo continente europeo conta circa 400mila presenze e di cui la statua in bronzo rappresenta un artistico richiamo. A realizzarla è stato lo scultore canadese Timothy P. Schmalz, colpito dall’aver visto un mendicante che dormiva all’aperto durante un freddissimo periodo natalizio. 

Copie della statua si trovano anche in Australia, Cuba, India, Irlanda, Spagna, mentre la prima realizzazione campeggia al Regis College di Toronto. «Quando vediamo gli emarginati – ripete spesso Schmalz – dovremmo vedere Gesù Cristo». Un invito che papa Francesco non smette mai di rilanciare. E di testimoniare.

Ecco il video che racconta la storia della scultura.

(fonte: Avvenire)