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domenica 26 marzo 2017

25 marzo 2017 Papa Francesco conquista Milano / 1 (foto, testi e video)



 25 marzo 2017 

Decollato da Ciampino alle 7.10, l’aereo dell’Aeronautica militare messo a disposizione dal Governo, con a bordo papa Francesco, è atterrato alle ore 8 e 17 a Linate. Nessun tappeto rosso al suolo, perché il Pontefice ha espressamente detto di non volerne. A dare il benvenuto al Papa, su espresso desiderio del cardinale Angelo Scola, il “coro” festoso delle campane delle migliaia di chiese appartenenti alle 1.107 parrocchie della Diocesi di Milano.
Ad accogliere Francesco, oltre all'Arcivescovo, il presidente della Regione Roberto Maroni, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il prefetto di Milano Luciana Lamorgese, il sindaco di Segrate Paolo Micheli, la direttrice dell’aeroporto Monica Piccirillo, il presidente della Sea Pietro Modiano, il comandante della Base dell’Aeronautica Militare di Linate colonnello Alessandro Losio e il cappellano dell’aeroporto don Fabrizio Martello.
Per il Pontefice l’omaggio di un mazzo di fiori portogli da due bambini di 7 anni, Sara di Milano e Fabio di Seveso, figli di dipendenti della Sea. Ad attenderlo una rappresentanza dei dipendenti della società che gestisce lo scalo e dei vari corpi dello Stato che lavorano in aeroporto e le loro famiglie.
Prima di salire sull'auto di servizio, in quello che è stato il primo fuori programma della giornata, papa Francesco ha voluto avvicinarsi alle transenne dove era accalcata la folla.
Nel capoluogo lombardo è una bella giornata di sole, ma a Linate, poco prima dell’atterraggio, la nebbia era fitta tanto da ritardare di qualche minuto l’atterraggio. La nebbia si diradava poi all’ingresso della città, all’altezza di viale Corsica.




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Il Papa è arrivato alle 8.30 circa, puntuale sulla tabella di marcia, alle Case Bianche, storica periferia milanese, prima tappa del suo viaggio apostolico a Milano. Alle Case Bianche, dove ha sede anche la Caritas diocesana, vivono 477 famiglie, per un totale di circa 1.100 abitanti, tra cui oltre 200 anziani. Le famiglie straniere sono il 18%. Il quartiere Forlanini è quello dove sorgevano le “Case minime” costruite all’epoca del fascismo alla periferia di allora. Nel 1977 sono state abbattute ed è stato edificato il nuovo quartiere, dove abitano famiglie vecchie e nuove. Appena arrivato, il Papa, accompagnato dal cardinale Angelo Scola, ha fatto il suo primo “bagno di folla” salutando la gente che si era accalcata già da alcune ore dietro le transenne. 
Dalle 8 e 40, per mezz’ora, il Papa, con il cardinale Angelo Scola, ha incontrato Dorotee (Dori) Falcone e Stefano (Lino) Pasquale, che hanno 57 e 59 anni e abitano al quarto piano del n. 38. Sono stati loro la prima famiglia a essere visitata. Mihoual Abdel Karim e sua moglie Tardane Hanane abitano invece al secondo piano del n. 40 con i figli Nada (17 anni), Jihane (10 anni) e Mahmoud (6 anni). La terza famiglia visitata da papa Francesco si chiama Oneta, abita al terzo piano del n. 32 ed è composta da Nuccio Oneta e Adele Agogini, il primo di 82 anni e la seconda di 81 anni.


 



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Subito dopo l'incontro con le tre famiglie Francesco a bordo della papamobile è giunto in piazza per il momento di incontro con la gente. Tantissime le strette di mano e le carezze che il Pontefice ha rivolto in modo particolare ad alcuni portatori di handicap. 
Il Pontefice alla "case bianche" si è recato nei bagni chimici allestiti per l'occasione, un gesto di umiltà, immortalato dai fedeli con numerose foto.




Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Vi ringrazio per la vostra accoglienza, tanto calorosa! Grazie, grazie tante! Siete voi che mi accogliete all’ingresso in Milano, e questo è un grande dono per me: entrare nella città incontrando dei volti, delle famiglie, una comunità.

E vi ringrazio per i due doni particolari che mi avete offerto.

Il primo è questa stola [il S. Padre l’ha indossata], un segno tipicamente sacerdotale, che mi tocca in modo speciale perché mi ricorda che io vengo qui in mezzo a voi come sacerdote, entro in Milano come sacerdote. Questa stola non l’avete comprata già fatta, ma è stata creata qui, è stata tessuta da alcuni di voi, in maniera artigianale. Questo la rende molto più preziosa; e ricorda che il sacerdote cristiano è scelto dal popolo e al servizio del popolo; il mio sacerdozio, come quello del vostro parroco e degli altri preti che lavorano qui, è dono di Cristo, ma è “tessuto” da voi, dalla vostra gente, con la sua fede, le sue fatiche, le sue preghiere, le sue lacrime… Questo vedo nel segno della stola. Il sacerdozio è dono di Cristo, ma “tessuto” da voi, e questo vedo in questo segno.

E poi mi avete regalato questa immagine della vostra Madonnina: com’era prima e com’è adesso dopo il restauro [mostra il quadro alla gente]. Grazie! Io so che a Milano mi accoglie la Madonnina, in cima al Duomo; ma grazie al vostro dono la Madonna mi accoglie già da qui, all’ingresso. E questo è importante, perché mi ricorda la premura di Maria, che corre a incontrare Elisabetta. E’ la premura, la sollecitudine della Chiesa, che non rimane nel centro ad aspettare, ma va incontro a tutti, nelle periferie, va incontro anche ai non cristiani, anche ai non credenti…; e porta a tutti Gesù, che è l’amore di Dio fatto carne, che dà senso alla nostra vita e la salva dal male. E la Madonna va incontro non per fare proselitismo, no! Ma per accompagnarci nel cammino della vita; e anche il fatto che sia stata la Madonnina ad aspettarmi alla porta di Milano mi ha fatto ricordare quando da bambini, da ragazzi tornavamo da scuola e c’era la mamma sulla porta ad aspettarci. La Madonna è madre! E sempre arriva prima, va avanti per accoglierci, per aspettarci. Grazie di questo! Ed è anche significativo il fatto del restauro: questa vostra Madonnina è stata restaurata, come la Chiesa ha sempre bisogno di essere “restaurata”, perché è fatta da noi, che siamo peccatori, tutti, siamo peccatori. Lasciamoci restaurare da Dio, dalla sua misericordia. Lasciamoci ripulire nel cuore, specialmente in questo tempo di Quaresima. La Madonna è senza peccato, lei non ha bisogno di restauri, ma la sua statua sì, e così come Madre ci insegna a lasciarci ripulire dalla misericordia di Dio, per testimoniare la santità di Gesù. E parlando fraternamente una buona Confessione ci farà tanto bene, a tutti! Ma anche chiedo ai confessori che siano misericordiosi!

Grazie di cuore per questi doni! E soprattutto grazie per essere stati qui, per la vostra accoglienza e la vostra preghiera, che mi accompagna nell’ingresso a Milano. Il Signore vi benedica e la Madonna vi protegga. E per favore non dimenticatevi di pregare per me.

E adesso preghiamo la Madonna.

[Ave Maria e Benedizione]

E arrivederci!

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