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venerdì 3 marzo 2017

La Quaresima è la strada dalla schiavitù alla libertà, dalla sofferenza alla gioia, dalla morte alla vita. - Il mercoledì delle Ceneri di Papa Francesco (foto, testo e video)


La Quaresima, che inizia il Mercoledì delle Ceneri, è tempo di penitenza ma anche di speranza, un tempo che accompagna alla Pasqua, alla Resurrezione del Signore che ha salvato l’uomo dalla schiavitù del peccato. Lo ha detto Francesco all’udienza generale, in un'assolata Piazza San Pietro, spiegando anche ai fedeli che, come era solito dire Don Bosco, “non si va in paradiso in carrozza”.

Nel pomeriggio del Mercoledì delle Ceneri, giorno di inizio della Quaresima - il Papa ha guidato la processione penitenziale dalla Chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino verso la Basilica di Santa Sabina, dove ha presieduto la Santa Messa.
La Quaresima «è il tempo» dei no: no “all’asfissia dello spirito per l’inquinamento causato dall’indifferenza”; no a “ogni tentativo di banalizzare la vita”; “no all’asfissia di una preghiera che ci tranquillizzi la coscienza, di un’elemosina che ci lasci soddisfatti, di un digiuno che ci faccia sentire a posto”; “no all’asfissia che nasce da intimismi che escludono, che vogliono arrivare a Dio scansando le piaghe di Cristo presenti nelle piaghe dei suoi fratelli”. Queste le parole di papa Francesco nell’omelia della Messa delle Ceneri celebrata nel pomeriggio del primo marzo a Santa Sabina.




 Il testo integrale dell'omelia

«Ritornate a me con tutto il cuore, […] ritornate al Signore» (Gl 2,12.13): è il grido con cui il profeta Gioele si rivolge al popolo a nome del Signore; nessuno poteva sentirsi escluso: «Chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti; […] lo sposo […] e la sposa» (v. 16). Tutto il Popolo fedele è convocato per mettersi in cammino e adorare il suo Dio, «perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore» (v. 13).

Anche noi vogliamo farci eco di questo appello, vogliamo ritornare al cuore misericordioso del Padre. In questo tempo di grazia che oggi iniziamo, fissiamo ancora una volta il nostro sguardo sulla sua misericordia. La Quaresima è una via: ci conduce alla vittoria della misericordia su tutto ciò che cerca di schiacciarci o ridurci a qualunque cosa che non sia secondo la dignità di figli di Dio. La Quaresima è la strada dalla schiavitù alla libertà, dalla sofferenza alla gioia, dalla morte alla vita. Il gesto delle ceneri, con cui ci mettiamo in cammino, ci ricorda la nostra condizione originaria: siamo stati tratti dalla terra, siamo fatti di polvere. Sì, ma polvere nelle mani amorose di Dio che soffiò il suo spirito di vita sopra ognuno di noi e vuole continuare a farlo; vuole continuare a darci quel soffio di vita che ci salva da altri tipi di soffio: l’asfissia soffocante provocata dai nostri egoismi, asfissia soffocante generata da meschine ambizioni e silenziose indifferenze; asfissia che soffoca lo spirito, restringe l’orizzonte e anestetizza il palpito del cuore. Il soffio della vita di Dio ci salva da questa asfissia che spegne la nostra fede, raffredda la nostra carità e cancella la nostra speranza. Vivere la Quaresima è anelare a questo soffio di vita che il nostro Padre non cessa di offrirci nel fango della nostra storia.

Il soffio della vita di Dio ci libera da quella asfissia di cui tante volte non siamo consapevoli e che, perfino, ci siamo abituati a “normalizzare”, anche se i suoi effetti si fanno sentire; ci sembra normale perché ci siamo abituati a respirare un’aria in cui è rarefatta la speranza, aria di tristezza e di rassegnazione, aria soffocante di panico e di ostilità.

Quaresima è il tempo per dire no. No all’asfissia dello spirito per l’inquinamento causato dall’indifferenza, dalla trascuratezza di pensare che la vita dell’altro non mi riguarda; per ogni tentativo di banalizzare la vita, specialmente quella di coloro che portano nella propria carne il peso di tanta superficialità. La Quaresima vuole dire no all’inquinamento intossicante delle parole vuote e senza senso, della critica rozza e veloce, delle analisi semplicistiche che non riescono ad abbracciare la complessità dei problemi umani, specialmente i problemi di quanti maggiormente soffrono. La Quaresima è il tempo di dire no; no all’asfissia di una preghiera che ci tranquillizzi la coscienza, di un’elemosina che ci lasci soddisfatti, di un digiuno che ci faccia sentire a posto. Quaresima è il tempo di dire no all’asfissia che nasce da intimismi che escludono, che vogliono arrivare a Dio scansando le piaghe di Cristo presenti nelle piaghe dei suoi fratelli: quelle spiritualità che riducono la fede a culture di ghetto e di esclusione.

Quaresima è tempo di memoria, è il tempo per pensare e domandarci: che sarebbe di noi se Dio ci avesse chiuso le porte?; che sarebbe di noi senza la sua misericordia che non si è stancata di perdonarci e ci ha dato sempre un’opportunità per ricominciare di nuovo? Quaresima è il tempo per domandarci: dove saremmo senza l’aiuto di tanti volti silenziosi che in mille modi ci hanno teso la mano e con azioni molto concrete ci hanno ridato speranza e ci hanno aiutato a ricominciare?

Quaresima è il tempo per tornare a respirare, è il tempo per aprire il cuore al soffio dell’Unico capace di trasformare la nostra polvere in umanità. Non è il tempo di stracciarsi le vesti davanti al male che ci circonda, ma piuttosto di fare spazio nella nostra vita a tutto il bene che possiamo operare, spogliandoci di ciò che ci isola, ci chiude e ci paralizza. Quaresima è il tempo della compassione per dire con il salmista: “Rendici [, Signore,] la gioia della tua salvezza, sostienici con uno spirito generoso”, affinché con la nostra vita proclamiamo la tua lode (cfr Sal 51,14), e la nostra polvere – per la forza del tuo soffio di vita – si trasformi in “polvere innamorata”.
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