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venerdì 18 agosto 2017

Condanna ad ogni forma di terrorismo e vicinanza e preghiere per le vittime e i feriti e solidarietà alla Spagna barbaramente colpita.


“Il Santo Padre ha appreso con grande preoccupazione quanto sta accadendo a Barcellona. Il Papa prega per le vittime di questo attentato e desidera esprimere la sua vicinanza a tutto il popolo spagnolo, in particolare ai feriti e alle famiglie delle vittime”. È quanto dichiarato ieri sera dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Greg Burke.

Barcellona: vescovi spagnoli condannano attentato ed esprimono solidarietà alle vittime 

Vicinanza e preghiera per le vittime e le loro famiglie, sostegno alla società e alle forze di polizia, ferma condanna per l’attentato. È quanto esprimono i vescovi spagnoli in una nota della segreteria generale diffusa ieri sera a seguito del grave attacco terroristico che nel tardo pomeriggio ha colpito Barcellona. Secondo fonti ufficiali, al momento sono 13 i morti e oltre 80 i feriti falciati dal furgone che sulla Rambla de Canaletes ha percorso diverse centinaia di metri lungo il tratto pedonale e si è schiantato contro un chiosco vicino al mercato della Boqueria. “Di fronte a questo fatto tragico ed esecrabile – si legge nella nota -, la Conferenza episcopale spagnola vuole anzitutto mostrare la propria vicinanza e preghiera a tutte le vittime e alle loro famiglie. Vogliamo inoltre esprimere anche il nostro sostegno a tutta la società che viene attaccata con queste azioni, questa volta i cittadini di Barcellona, e alle forze di sicurezza”. Allo stesso tempo, proseguono i vescovi, “condanniamo ogni dimostrazione di terrorismo, pratica intrinsecamente perversa, del tutto incompatibile con una visione morale della vita, giusta e ragionevole. Non solo lede seriamente il diritto alla vita e alla libertà, ma è dimostrazione della più dura intolleranza e totalitarismo”. “Chiediamo a tutti i credenti – conclude la nota – di elevare preghiere a Dio affinché conceda il riposo eterno ai defunti, ristabilisca la salute delle altre vittime, dia consolazione alle famiglie e colmi di pace il cuore delle persone di buona volontà” e affinché “mai più si ripetano queste spregevoli azioni”.
 (fonte: Sir)

LA SPAGNA È SOTTO SHOCK PER L'OFFENSIVA DEL TERRORISMO

Questa mattina la Policia Nacional spagnola ha postato su Twitter l’immagine di un sole che sorge sul mare augurando il buon giorno alla Spagna e a Barcellona, con l’invito a restare forti e uniti di fronte al terrorismo.

Si tratta di un messaggio ottimista che fa seguito a uno dei giorni più tragici vissuti dalla Spagna negli ultimi anni. Era dall’11 marzo del 2004, giorno delle strage alla stazione Atocha di Madrid, che la Spagna non veniva colpita in modo così sanguinoso dal terrorismo. Allora morirono 191 persone e i feriti furono quasi 2.000.

Oggi la Spagna si è risvegliata intontita, consapevole che quello accaduto ieri a Barcellona non è il gesto di un cosiddetto “lupo solitario”. Ieri è entrata in azione una cellula terrorista agguerrita e organizzata, ramificata nel territorio. Se ne è avuta una ulteriore conferma nella tarda serata di ieri, quando un gruppo di terroristi è entrato in azione nella cittadina di Cambrils, una località turistica vicina a Tarragona, a sud di Barcelona. Il commando voleva colpire come a Barcellona travolgendo con un veicolo la folla che passeggiava sul lungomare nella calda sera estiva. Sei persone sono state travolte e ferite (una in modo grave, pare accoltellata da un terrorista in fuga), ma questa volta c’è stato il rapido intervento della polizia. Dopo una violenta sparatoria sono rimasti uccisi 5 terroristi. Secondo alcune fonti, gli uomini indossavano cinture esplosive.

Le notizie arrivate nella notte da Cambrils sono state un ulteriore shock per la Spagna, già tramortita dalla strage del pomeriggio sulla Rambla di Barcellona. Qui, poco dopo le 17 di ieri, un furgone ha travolto la folla che passeggiava nella zona pedonale più frequentata della città catalana. L’attacco ha provocato 13 morti e 90 feriti. Le vittime sono di 18 nazionalità, come era facile aspettarsi in una città che ogni anno è visitata da oltre 30 milioni di turisti (in maggioranza francesi, inglesi e tedeschi). Per ora è confermata la morte di tre tedeschi, di un belga e di un cittadino italiano. Si chiamava Bruno Gulotta, 35 anni. Veniva da Legnano ed era in vacanza con la moglie e i figli. Altri 3 italiani sono feriti. Si contano anche 26 feriti francesi (11 in gravi condizioni). L’attentato è stato rivendicato dall’ISIS, che in passato ha invitato più volte i suoi seguaci a colpire le città europee con questi attacchi “a basso costo”, in cui si fa il massimo del danno utilizzando semplicemente un veicolo con il quale scagliarsi sulla folla. prima di ieri i terroristi hanno già colpito in questo modo a Nizza, Berlino, Stoccolma, Parigi e Londra (3 volte).

La regione catalana è chiaramente sotto l’attacco di una rete terroristica molto bene organizzata. Gli investigatori spagnoli hanno messo in relazione la strage di Barcellona e l’attacco di Cambrils con l’esplosione avvenuta mercoledì scorso in un appartamento di Alcanar, una cittadina catalana nella provincia di Tarragona. L’esplosione ha ucciso una persona e ne ha ferite 7. In un primo tempo si pensava a una fuga di gas, ma poi è emerso che l’appartamento era un deposito di esplosivi, verosimilmente da utilizzare in qualche attentato.
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Oggi la stampa spagnola fa notare che la comunità catalana ha assorbito la maggior parte di immigrati di fede musulmana arrivati in Spagna in seguito alle ondate migratorie degli ultimi anni. Non è corretto vedere un rapporto di causa ed effetto fra immigrazione e terrorismo, tuttavia questa concentrazione di musulmani è stata vista dai gruppi jihadisti come un possibile bacino in cui pescare potenziali terroristi. Si calcola che in Catalogna siano presenti un centinaio di luoghi di culto in cui si pratica l’islam salafita, considerato il più radicale.

Non sembra invece significativo il numero di “foreign fighters” spagnoli che si sono uniti alle milizie dell’ISIS in Iraq e in Siria, i quali potrebbero essere tornati in Spagna per continuare la guerra all’Occidente. Non sarebbero più di un centinaio, decisamente pochi rispetto a francesi, belgi, tedeschi, olandesi, danesi e britannici.