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mercoledì 16 agosto 2017

Ferragosto nel segno della tradizione e della solidarietà

Festa dell'Assunta. 
Il peso e la fiducia. Maria, le tradizioni, il mare, i ponti
di mons. Nunzio Galantino

Anche nel cuore dell’estate vacanziera si affacciano esperienze destinate a lasciare un segno profondo. Esperienze che parlano il vivo linguaggio della tradizione, da Nord a Sud, ricca di fede.


Anche nel cuore dell’estate vacanziera si affacciano esperienze destinate a lasciare un segno profondo. Esperienze che parlano il vivo linguaggio della tradizione, così diverso e distante da quel folclore che pretende di riesumare il passato a meri fini commerciali. Esperienze che, da nord a sud, qualificano sul territorio la proposta religiosa, culturale e turistica del nostro Paese. Davvero, come scrive papa Francesco, «una cultura popolare evangelizzata contiene valori di fede e di solidarietà che possono provocare lo sviluppo di una società più giusta e credente, e possiede una sapienza peculiare che bisogna saper riconoscere con uno sguardo colmo di gratitudine».

Per non restare nel vago, vorrei dedicare queste righe a raccontare in presa diretta ai lettori di "Avvenire" quanto ho vissuto ieri sera, vigilia della solennità dell’Assunta, a Monopoli. L’evento, oltre ad essere emblematico, offre alcune piste di riflessione dalle quali forse non sarebbe sbagliato lasciarsi coinvolgere. A mia volta, non esito a riconoscere di esserne rimasto tanto partecipe quanto commosso.

L’occasione era data dall’anniversario dell’approdo dell’icona bizantina della Madonna della Madia, avvenuto nel 1117 a bordo di una zattera composta da travi di pino d’Aleppo, alcune delle quali sono ancora custodite in Cattedrale. Novecento anni dopo, è toccato a me trovarmi a fianco di monsignor Giuseppe Favale, vescovo di quella diocesi, su una precaria imbarcazione a raccogliere la copia dell’icona della Vergine per mostrarla alle migliaia di persone che in attesa gremivano la riva.

Mentre mi avvicinavo al molo non potevo smettere di volgermi ad ascoltare quel mare che avevo alle spalle. Per secoli è stato un catino le cui acque non sono state solcate soltanto da guerrieri e mercanti, ma da dialetti e culture che hanno arricchito e avvicinato i popoli del Mediterraneo. Un mare divenuto strada per l’incontro, invece di muro e confine... E Maria – che oggi celebriamo tra la terra e il Cielo – non ci riconsegna forse la missione di farci costruttori di ponti tra Oriente e Occidente, tra vicini e lontani, tra uomini e donne, nella consapevolezza che la reciprocità è la prima condizione per camminare insieme?

Del resto, come possiamo immaginare di festeggiare l’Assunta, in cui la nostra umanità raggiunge la meta, se rinunciamo a stringere le mani che da questo stesso mare affiorano? Chi tocca un povero, dice ancora Francesco, tocca la carne di Cristo: passaggio non indolore, ma decisivo, nell’indicarci che ciò che dà valore a quello che siamo e che diventa via al Cielo è ancora una volta la disponibilità a prenderci cura dei fratelli, a riconoscerli tali, a far loro posto nel nostro cuore prima ancora che alla nostra stessa mensa.

Infine, come sfuggire alla suggestione legata alla provenienza delle travi della zattera? Aleppo non è soltanto un’indicazione geografica. Questa cittadina della Siria settentrionale – contesa, bombardata e saccheggiata a più riprese da un conflitto che dura da oltre 6 anni – è il simbolo di ogni tragedia che insanguina la dignità dell’uomo: penso ai tanti focolai di guerra sparsi nel Medio Oriente come in altre parti del mondo.

Vi assicuro che nell’alzare l’icona di Maria ho sentito sulle braccia e sul cuore il peso di questa umanità dolente e umiliata; ma nel gesto con cui ho benedetto la folla di Monopoli c’era anche la fiducia che con Maria è possibile tornare ad affidarci al Principe della Pace, affinché ispiri propositi e impegni di pacifica convivenza tra tutti.
(fonte: Avvenire)


15 agosto. 
In festa senza dimenticare i poveri. Pranzi in tutta Italia

Tante iniziative un po' ovunque. Da quelle della Caritas e della Comunità di Sant'Egidio. Ad Assisi si prega per la pace

Oltre che solenne festa mariana con la celebrazione dell’Assunta, il giorno di Ferragosto è il simbolo del periodo estivo di vacanza (per chi se la può permettere). Per questo assumono particolare significato le tante iniziative solidali che in tutta Italia si organizzano per non lasciare che nessuno venga dimenticato. Insomma, la solidarietà non va in vacanza.

Ormai tradizionali sono i pranzi, a cominciare da quello allestito dalla Comunità di Sant’Egidio alle 13 nella mensa dei poveri di via Dandolo 10 a Roma, bissato il 16 agosto alle 17 nello stesso luogo da una grande cocomerata. La Comunità informa che intanto «proseguono le "cene itineranti" nelle stazioni e in tutti quei luoghi, nel centro e nella periferia della città, dove vivono le persone senza dimora. Anzi, in questo periodo, il servizio si arricchisce di nuove presenze: sono in aumento – migliaia da tutta Italia – a trascorrere come volontari a Roma e in altre città un periodo di vacanze con la Comunità, per incontrare i poveri e dare un mano». È attivo inoltre il programma "Viva gli Anziani!", «per tutti gli ultraottantenni», che «ha intensificato la sua presenza durante il periodo estivo nell'emergenza caldo, ma anche in questi giorni in cui le città si svuotano. 

A Bologna pranzo di Ferragosto per 200 persone in situazione di disagio a Palazzo D'Accursio. Al tradizionale evento solidale organizzato dalla Caritas e offerto dalla Camst nel cortile d'onore del Municipio partecipa come cameriere anche l'assessore Riccardo Malagoli.

Ad Assisi invece la giornata offre l’occasione per una speciale preghiera per la pace: «Non possiamo rimanere indifferenti nei confronti di un mondo ferito da violenza, guerre, violazione di diritti umani – afferma il vescovo monsignor Domenico Sorrentino –. Non possiamo restare inerti, mentre ascoltiamo parole che riportano in scena addirittura la minaccia nucleare. Assisi intende far risuonare un'implorazione di saggezza, di pace, di solidarietà». Il messaggio diffuso dalla diocesi si unisce all’invito a «partecipare direttamente o attraverso il collegamento con la pagina Facebook della diocesi al Rosario per la pace alle 18 nel Santuario della Spogliazione».

«Quando i cuori sono diventati di pietra, solo la grazia che viene dall'alto può scioglierli. San Giovanni Paolo II – spiega Sorrentino – invitò in questa città, per chiedere il dono della pace, tutti i "credenti" del mondo, delle diverse tradizioni religiose. Per questo, ogni 27 del mese, ci ritroviamo idealmente in preghiera per questa intenzione. L'iniziativa sta raccogliendo l'adesione di credenti anche di altre religioni. In questa metà di agosto, nella festa dell'Assunzione di Maria al Cielo, vogliamo in qualche modo anticipare e prolungare questa preghiera». Le intenzioni di preghiera del Rosario verranno recitate da persone di diversi Paesi ricordando tutti i continenti.
(fonte testo: Avvenire)
Milano: il pranzo per i senzatetto all'oasi di via Lombroso
Milano pranzo all’Opera Cardinal Ferrari
Bologna il pranzo a Palazzo d'Accursio
Roma mensa di via Dandolo


Napoli Centro Polifunzionale S. Francesco a Marechiaro