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giovedì 24 agosto 2017

ROMA - Che vergogna usare la forza contro persone inermi ed esasperate!! Una sconfitta per tutti!!

ROMA - 24 Agosto 2017, lo sgombero di centinaia di rifugiati eritrei 
dal palazzo occupato di via Curtatone
Che vergogna usare la forza 
contro persone inermi ed esasperate!! 
Una sconfitta per tutti!!

Il Centro Astalli ha seguito con preoccupazione da alcuni giorni lo sgombero di centinaia di rifugiati eritrei dal palazzo occupato di via Curtatone, a Roma, tra cui famiglie con bambini, anziani, disabili. L’occupazione di Curtatone è sotto gli occhi di tutti da anni ed è solo uno degli insediamenti informali in cui gruppi numerosi di titolari di protezione internazionale vivono in città, in condizione di grave marginalità sociale e disagio.


“Uno sgombero effettuato in regime di emergenza, senza alcun lavoro sociale previo e senza soluzioni commisurate ai bisogni effettivi delle persone non può essere la risposta a un problema annoso e complesso come la mancata integrazione di tanti rifugiati” commenta p. Camillo Ripamonti presidente Centro Astalli, e aggiunge: “Come era facilmente prevedibile, dopo giorni di tensione la situazione è degenerata e si è arrivati ad usare la forza contro persone inermi ed esasperate. Una sconfitta per tutti.

Affrontare progettualmente il tema dell’integrazione dei rifugiati, specialmente in una stagione in cui il sistema di accoglienza della Capitale è in forte contrazione, è una sfida difficile e onerosa, che non può tuttavia essere elusa con illusorie soluzioni rapide e emergenziali.

Particolarmente infelice, peraltro, la scelta di intervenire proprio all’indomani dell’attentato di Barcellona: alcuni hanno potuto leggerci una correlazione assolutamente impropria tra rifugiati e terrorismo”.

Il Centro Astalli chiede a istituzioni nazionali e locali di affrontare e prevenire la marginalità sociale con interventi strutturali a lungo termine, che tengano conto della particolare vulnerabilità dei rifugiati e di evitare, in ogni caso, interventi che offendono la dignità delle persone e comportano violazioni dei loro diritti, in particolare quelli dei bambini.
(Fonte: Centro Astalli)

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Servizio TG2


Un evento “annunciato” in mancanza di politiche sociali. 
La nota della Caritas di Roma

Lo sgombero dell’immobile a piazza Indipendenza, occupato dal 2013 da una numerosa comunità di rifugiati e titolari di protezione internazionale di origine etiope ed eritrea, era un intervento che gli addetti ai lavori – amministratori, operatori sociali e giornalisti – sapevano da tempo che sarebbe avvenuto. Questo per questioni inerenti la legalità, la sicurezza di quanti vi vivevano in condizioni precarie e pericolose e, non ultimo, per il decoro urbano essendo situato in un luogo vitale per la città.
Quello che lascia interdetti è il modo in cui questo è avvenuto, senza alcuna programmazione ed in una logica emergenziale che non può far altro che portare all’escalation cui abbiamo assistito stamane.

Un intervento di questo tipo, per l’alto numero delle persone interessate, per la presenza di bambini e nuclei familiari e per la storia di sofferenze e violenze che queste persone hanno subito, richiedeva da tempo interventi sociali mirati e programmati, inseriti in un più vasto programma di iniziative che riguardano gli alloggi popolari e le strutture di accoglienza di emergenza. Purtroppo queste politiche – come hanno dimostrato i fatti di “Mafia Capitale” – sono assenti da anni nella nostra città e di questo ne approfittano gruppi e organizzazioni che vivono sulle spalle dei poveri anche nei fenomeni delle occupazioni.

Sono ancora molte le situazioni di occupazioni irregolari presenti nella Capitale, che non riguardano solo rifugiati e immigrati e che vedono coinvolte anche numerose famiglie romane.
Per questo la Caritas di Roma chiede l’istituzione di un tavolo permanente presso la Prefettura, con Comune e Regione, per il monitoraggio e la gestione delle occupazioni.
Fenomeni così complessi non possono infatti essere lasciati gestire alla magistratura e alle forze dell’ordine.

I fatti di piazza Indipendenza richiamano anche le politiche nazionali di accoglienza dei rifugiati, per i quali oltre al circuito Sprar e dopo il periodo di accoglienza all’interno di esso, non vi sono altre possibilità. Occorre prevedere invece percorsi di integrazione mirati che tengano conto dei nuclei familiari, del livello di istruzione e del percorso migratorio dei singoli. Non bastano pochi mesi nelle strutture di accoglienza perché si possa parlare di accoglienza. Occorre prendere coscienza che il riconoscimento della protezione internazionale ad un cittadino straniero non è solo un atto amministrativo, ma un impegno per il nostro paese ben delineato nei quattro capisaldi che ci ha indicato papa Francesco: accogliere, proteggere, promuovere e integrare

La Caritas di Roma, presente in piazza Indipendenza con un equipe di operatori, si è attivata a sostegno dei nuclei più fragili con l’augurio che, nell’ambito della mediazione proposta, tutti operino per il bene dei migranti, non solo di quelli presenti in Piazza ma anche delle migliaia che vivono situazioni simili; affinché la rivendicazione di diritti e interessi legittimi non si trasformino in conflitti duraturi.
(Fonte: Caritas di Roma)


Roma, caccia al rifugiato. Un funzionario di polizia:
 “Spaccategli un braccio se tirano qualcosa”
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UNICEF: Sgombero dei rifugiati a Roma, 
è crisi di gestione non di immigrazione
(Dichiarazione di Andrea Iacomini, Portavoce UNICEF Italia)


24 agosto 2017 - Questa mattina all'alba in Piazza Indipendenza aRoma è avvenuto lo sgombero dei rifugiati che vivevano nel palazzo occupato di via Curtatone, sotto gli occhi terrorizzati dei bambini che erano stati lasciati al primo piano insieme alle loro famiglie dopo lo sgombero di sabato scorso.


Questi bambini, dopo aver assistito a scene di guerriglia urbana, sono stati caricati sui pullman delle forze dell’ordine e portati in Questura. 


Alcuni testimoni ci hanno raccontato che continuavano a gridare e battere le mani sui vetri durante tutto il tragitto, in preda al terrore, sconvolti. 


È una situazione molto triste: parliamo di 800 persone con status di rifugiato, sopravvissute a guerre, persecuzioni o torture che in alcuni casi hanno anche ottenuto la cittadinanza italiana, buttate in strada in condizioni disumane senza una reale alternativa sostenibile (non il meno peggio) da parte del Comune di Roma, che abbiamo invano atteso in piazza.


Malgrado le soluzioni offerte dal Comune (80 posti SPRAR in due strutture diverse) e dal privato (alcune villette in provincia di Rieti) ci sembra che nessuno abbia riflettuto sul destino di queste persone. 


I bambini vanno a scuola a Roma e molti degli adulti lavorano, segno di un percorso di integrazione ed emancipazione dal sistema di accoglienza che verrebbero interrotti di netto e non valorizzati, in particolare gli 80 posti SPRAR di cui si parla verrebbero sottratti ai nuovi arrivati titolari di protezione o in attesa di riconoscimento. 


Per quanto riguarda la proposta del privato di mettere a disposizione per 4 mesi alcune villette presenti in provincia di Rieti, la distanza territoriale non garantirebbe la continuità scolastica e lavorativa, e sradicherebbe queste persone dal tessuto sociale.


La verità va detta tutta: questa situazione non è legata alla cosiddetta emergenza migratoria, è una situazione storica di Roma, sintomo dell’assenza di politiche adeguate e lungimiranti. Si continua con interventi emergenziali quando sarebbe stato possibile valutare soluzioni strutturali.
(Fonte: Unicef Italia)

Roma, rifugiati picchiati e caricati. 
La polizia minaccia attivisti e giornalisti
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VIOLENZA SU DONNE E BAMBINI 
VERGOGNA PER LA CITTÀ
Comunicato INTERSOS

“L’uso della violenza su donne e bambini è una vergogna per Roma. Una situazione dolorosa che doveva e poteva essere evitata. Ci sono gravi responsabilità di chi in questi giorni ha gestito la situazione, esasperando una situazione nota da tempo, e di istituzioni sempre più sorde al rispetto dei principi umanitari, incapaci di indicare risposte e soluzioni”.

È quanto dichiara l’organizzazione umanitaria INTERSOS, che nell’ultimo hanno assistito e protetto i minori presenti nello stabile occupato in piazza Indipendenza a Roma.

“Il nostro pensiero va alle famiglie che abbiamo assistito in questi mesi costruendo percorsi di integrazione e inclusione sociale, e in particolare a tutti i bambini che frequentano regolarmente le scuole della zona e che ora non sanno quale futuro li attenda”.
(Fonte: Intersos)