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venerdì 1 settembre 2017

Giornata mondiale di preghiera per il Creato - Ripartiamo dal cuore, dalla fraternità, dal sentirci un’unica famiglia, dalla condivisione, allora il creato splenderà anche per noi.



"Signore, insegnaci a contemplarti nella bellezza del creato 
e risveglia la nostra gratitudine 
e il nostro senso di responsabilità." è il tweet di Papa Francesco nella
 Giornata mondiale di preghiera per il Creato.
Per questa ricorrenza è stato diffuso un
 messaggio congiunto di 
Papa Francesco e del Patriarca Ecumenico Bartolomeo in cui lanciano, per la prima volta insieme, un forte appello ai responsabili del pianeta e ricordano che la dignità e la prosperità umane sono profondamente connesse alla cura nei riguardi dell’intera creazione.



“Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo” (Gen. 28, 16) 
Viaggiatori sulla terra di Dio

Il primo di settembre è stato dichiarato Giornata Mondiale di Preghiera per il Creato da parte della Chiesa ortodossa nel 1989, e molte altre Chiese cristiane si sono unite da allora.
I Vescovi delle tre Commissioni, per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, dell'Ecumenismo e il dialogo, e per la Cultura e le Comunicazioni sociali hanno elaborato un messaggio per la celebrazione della 12ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato (1° settembre).
Le celebrazioni si terranno a Gubbio nelle giornate dal 1 al 3 settembre.
Inoltre, dall’1 settembre al 4 ottobre (festa di San Francesco) i cristiani di tutto il mondo sono chiamati ad unirsi in preghiera per aver cura del creato.
Per l’occasione è stato realizzato un sussidio che contiene interessanti approfondimenti ma anche spunti di predicazione per le liturgie domenicali del mese di settembre e intenzioni di preghiera.


Un nuovo stile di vita
di Paolo Ramonda

La creazione geme e soffre, è scritto nella Lettera ai Romani. E quanto è vero oggi: disastri naturali, alluvioni, terremoti, desertificazione, innalzamento della temperatura, scioglimento dei ghiacciai. L’uomo come protagonista, l’homo fabertecnologico è coi piedi a terra: denatalità, morti di migliaia di persone a causa delle guerre, delle migrazioni, delle ingiustizie sociali. 
Papa Francesco nella Laudato si’,per la prima volta nel Magistero della Chiesa, ha trattato con una Enciclica il problema ecologico, che è anzitutto antropologico, cioè dipende dall’uomo, dal rapporto con i suoi simili, dal rispetto dell’ambiente, dal progettare un futuro che non interessi solo a me, ma a chi verrà dopo di noi.

La Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, voluta dal Papa per il 1° settembre di ogni anno, ci richiama la necessità di custodire una casa comune abitabile, desiderabile, da costruire insieme. 
Lo stile di vita è un problema educativo che va imbastito fin dalla più tenera età. 
Il rispetto degli altri a partire dai più deboli, la condivisione dei beni e del cibo, la scelta della sobrietà, di mezzi che privilegino il noi, di luoghi che creino partecipazione. L’età degli smartphone aumenta la comunicazione ma anche la solitudine esistenziale, la rivalità e a volte anche l’assurdo. I giovani che rovinano con la soda caustica un senza fissa dimora che dorme nel parco, i governi che cacciano con i carri armati i profughi che arrivano alla frontiera, i pacchetti e i kit di salute riproduttiva dell’Onu che prevedono per le madri la possibilità di accesso all’aborto come pratica consuetudinaria, evidenziano un mondo malato, che cura gli interessi di pochi e tiene ai margini o fa fuori i più deboli. C’è una crisi ecologica del sistema umano, una visione del mondo che non tiene conto della dignità fondamentale delle persone.

Da dove ripartire? Diceva il Concilio Vaticano II: “In realtà gli squilibri che si riscontrano nel mondo contemporaneo partono e risiedono nel cuore dell’uomo”. È dalla guarigione del cuore che può partire una nuova umanità. Dal rispetto del creato e del Creatore, che dice: “Mia è la terra e voi siete inquilini”. C’è una impellente necessità di ritornare alle sorgenti. Dice don Oreste Benzi: “Quando l’uomo esclude Dio dalla propria vita avviene sconvolgimento e infelicità, perché l’uomo entra nel non senso, nell’assurdo e anche la creazione viene turbata. Ristabilendo la relazione con Dio l’uomo ritorna nel suo equilibrio e anche la creazione trova la sua pace. L’anima è la dimensione più importante dell’uomo, l’anima è fatta per stare in pace con Dio, con i fratelli e con la creazione”. Ripartiamo dal cuore, dalla fraternità, dal sentirci un’unica famiglia, dalla condivisione, allora il creato splenderà anche per noi.

(fonte: Sempre)



Inquinamento, riscaldamento globale e conseguente scioglimento dei ghiacci, impiego eccessivo di combustibili fossili: lo stato di salute del nostro Pianeta, specie nel corso della Giornata mondiale per la custodia del Creato, risulta un problema quantomai attuale, che ci riguarda in prima persona. Questo perché, se il nostro dovere morale ci impone di garantire agli ambienti in cui viviamo il dovuto rispetto, è altrettanto vero che, mai come in questo momento, le tematiche legate alle condizioni ambientali della Terra rivestono una crescente importanza per l’opinione pubblica, sempre più consapevole di un cambiamento climatico in atto e in buona parte determinato dall’influenza dell’azione umana. Va da sé che, al netto di una presa di coscienza indicata come il percorso più urgente da intraprendere per avviare azioni di contrasto concrete, sia altrettanto necessaria una forte sensibilizzazione: “La comunità scientifica – ha spiegato a In Terris il dottor Vito Vitale, ricercatore presso il Cnr – è oramai concorde sul fenomeno del riscaldamento globale e sul contributo umano al suo determinarsi. Quello che si cerca di fare adesso, per rispondere a uno degli obiettivi della Cop21 di Parigi, è tentare di contenere l’incremento della temperatura globale entro un limite di 2 gradi. Un confine che ci siamo dati per cercare di impedire uno stravolgimento del sistema che porterebbe condizioni particolarmente pesanti per la società umana”.
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