VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO
IN CILE E PERÙ
IN CILE E PERÙ
15-22 GENNAIO 2018
Lunedì 15 gennaio 2018
20.10 | Arrivo all’Aeroporto Internazionale di Santiago |
Cerimonia di benvenuto | |
21.00 | Arrivo del Santo Padre alla Nunziatura Apostolica |
Salutato dalla Presidente cilena, Michelle Bachelet, e dal cardinale Ricardo Ezzati Andrello, Papa Francesco è stato accolto dagli inni nazionali e da un canto tradizionale interpretato da una bambina accompagnata da un orchestra.
Il Santo Padre si è successivamente spostato in macchina fino alla chiesa San Luigi Beltràn de Pudahuel, in un quartiere a est di Santiago. Si è raccolto qualche istante in prighiera sulla sepoltura di Mons. Enrique Alvear Urrutia, vescovo ausiliario di Santiago scomparso nel 1982, e chiamato "il vescovo dei poveri".
In Papamobile, il Papa ha poi raggiunto la nunziatura salutato da numerosi fedeli.
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Martedì 16 gennaio 2018
SANTIAGO
8.20 | Incontro con le Autorità, con la Società civile e con il Corpo Diplomatico nel Palacio de la Moneda |
9.00 | Visita di cortesia al Presidente nel Salón Azul del Palacio de la Moneda |
Nel suo primo discorso in terra cilena il Papa ha voluto esprimere così il dolore di fronte al danno causato ai bambini e ha chiesto perdono per lo scandalo degli abusi sessuali perpetrati da religiosi e sacerdoti della Chiesa in Cile. La Chiesa cilena, che al tempo della dittatura di Augusto Pinochet, godeva di grande prestigio per le sue coraggiose denunce in difesa della giustizia e dei diritti umani, oggi ha visto perdere credibilità presso l’opinione pubblica a causa delle vicende di abusi sui minori come quelle perpetrate dall’influente sacerdote Fernando Karadima, riconosciuto colpevole dalla Santa Sede di abusi sui minori nel 2011.
Nel Palazzo presidenziale La Moneda, papa Francesco è stato ricevuto dalla presidente del Cile uscente, Michelle Bachelet Jeria, figlia di un generale dell’aviazione ucciso dopo il golpe di Pinochet nel 1973. Il Papa ha sottolineato l'avanzamento compiuto negli ultimi decenni da Cile sul cammino della democrazia e dello sviluppo, dopo gli anni della dittatura militare. Un cammino disseminato di ostacoli e episodi turbolenti che – ha affermato papa Francesco – occorre proseguire nel segno di un «patto tra le generazioni».

E per perseguire questo intento «la saggezza dei popoli indigeni può risultare di grande sostegno», perché «da loro possiamo apprendere che non c'è vero sviluppo in un popolo che volta le spalle alla terra e a tutto quello che vi è connesso». La saggezza dei popoli autoctoni può offrire un grande contributo. «Da loro - ha affermato infine - possiamo imparare che non c’è vero sviluppo in un popolo che volta le spalle alla terra e a tutto quello e tutti quelli che la circondano. Il Cile possiede nelle proprie radici una saggezza capace di aiutare ad andare oltre la concezione meramente consumistica dell’esistenza per acquisire un atteggiamento sapienziale di fronte al futuro». (fonte testo: Avvenire)
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